Nonostante il grande successo che il tiro istintivo sta incontrando, diversi arcieri lo vedono ancora come una forma alternativa una specie di filosofia che si abbraccia per passione se si è "puri di spirito". Si pensa che tirare veramente "istintivo" sia una questione di onestà più che di convenienza e che, in fondo, chi ci tiene solo a fare centri mira in un modo o nell'altro e non tira certo istintivo.
Io credo, che se si vuole capire fino in fondo questa disciplina e farne qualcosa di utile per la nostra vita, sia meglio interrogarci sulle sue origini. Non penso che sia stata inventata ai giorni nostri, se ne parla da troppo tempo e chi la ha reintrodotta nell'era moderna si è ispirato a consigli e racconti di nativi Americani o indigeni africani (vedi i vari Pope, Young, Fred Bear e, a casa nostra, Giusi Pesenti). E possibile che questi pionieri si siano inventati una tecnica che è, si molto divertente, ma che non sia il metodo più preciso di colpire un centro con una freccia? E poi, questi indiani e i nostri stessi antenati che con l'arco dovevano solo procurarsi il cibo, come tiravano?.. Come miravano?
Io ho riflettuto a lungo sulla cosa, in primo luogo ho consultato il vocabolario alla voce "MIRARE": Si parla di "voler raggiungere uno scopo" di "puntare al raggiungimento di uno scopo", di "concentrarsi su un obbiettivo" e quindi, possiamo concludere che anche un indiano (o un arciere istintivo) "MIRA A COLPIRE UN BERSAGLIO".
Forse la parola chiave per chiarire la controversia è COLLIMARE, alcuni arcieri collimano (cioè allineano dei punti nello spazio per avere la parabola ottimale al centro), altri no.
Si può collimare un mirino (e qui il discorso è chiaro) oppure studiare un metodo per usare la punta della freccia o una parte dell'arco da collimare sul centro e la cosa è molto più complessa (oserei dire anche perversa, perché non usare un mirino allora?).
Mi piace pensare che le cose abbiano un senso e, anche se tirare con l'arco oggi è un gioco, non lo era nei 20 mila anni di storia precedente. Ho visitato musei di armi di mezzo mondo: Chicago, Vienna, Istambul, Londra, Praga, e altri, ma non ho mai visto un arco con un mirino. Cosa è cambiato nel tirare con l'arco da allora ad oggi??
Sicuramente la situazione di tiro. Anticamente il bersaglio, animale o nemico, compariva all'improvviso, ad una distanza sconosciuta, spesso si muoveva, la posizione del tiratore non era ottimale e c'era pochissimo tempo per tirare.
La ricomparsa delle armi per usi sportivi nell'era moderna ha visto nascere una situazione del tutto nuova e inutile se vista con gli occhi di un cacciatore o di un soldato antico; IL TIRO A SEGNO.
Ora il bersaglio è, in primo luogo inanimato (e questo è, per lo più, una buona cosa), ma anche: Fermo, ad una distanza conosciuta o calcolabile con buona approssimazione, la posizione di tiro è confortevole, si ha tutto il tempo che si vuole per tirare.... compare il MIRINO (o altre tecniche per mirare).
Molti sport hanno subito la stessa trasformazione, da situazione realmente utile alla vita umana a gioco, trasfigurando, a volte, completamente le tecniche e gli intenti originali: LO SCI è stato inventato per spostarsi da un punto all'altro, non certo per andare solo in discesa o per saltare, IL CAVALLO E IL CALESSE serviva per attraversare terreni impervi e dissestati non per correre su piste battute, IL NUOTO ha alcune tecniche che non sono certo più efficienti per avanzare in acqua, AUTO, MOTO e BICI da pista anno ragione di esistere solo perché sono state realizzate le piste, sarebbero svantaggiose per un percorso "naturale", ecc, ecc.
Ma perché dovremmo tornare indietro nel tempo cercando situazioni ormai rese inutili dal progresso? Io credo che sia una avventura meravigliosa riscoprire le funzioni che il nostro corpo (e la nostra mente) ha costruito in milioni di anni di evoluzione naturale e che, anche se rese meno utili dal progresso, rappresentano una parte meravigliosa della nostra completezza (e salute).
Per esempio approfondendo il discorso del "MIRARE" (non collimare, mirare) si scopre che tutti i predatori, a differenza degli erbivori, hanno una caratteristica affascinante; LA VISIONE BINOCULARE. Guardano, cioè, con tutti e due gli occhi lo stesso oggetto, lo mirano (o ammirano secondo di che "bersaglio" si tratta).
Oche, mucche, conigli, ecc, invece si accontentano di un occhio solo, l'altro può guardare altrove se arriva un pericolo, vedono più territorio, ma noi, quando "miriamo" un oggetto con due occhi ne abbiamo una visione TRIDIMENSIONALE (qualcuno non se ne accorge nemmeno più) ma è una funzione meravigliosa e molto complessa. Il nostro cervello compie calcoli trigonometrici sulla leggera differenza che esiste tra le due immagini dei due diversi occhi, fornendoci informazioni sulla sua posizione spaziale e quella di ogni oggetto presente nel campo visivo.
Questa cosa è completamente inutile se usiamo un computer, scriviamo, contiamo dei soldi, guardiamo la TV o parliamo (tutte le cose più importanti oggi) ma è fondamentale per un leopardo che insegue una preda, per un falco che decide come impostare una picchiata, per un uomo preistorico che tira un sasso o per un indiano che scocca una freccia ad un cervo.
Il fatto dei due occhi che ti "mirano" è così profondamente legato al concetto di predatore e preda da mettere in imbarazzo chi si sente osservato troppo a lungo da uno sconosciuto. Sembra che alcune farfalle si ritrovino dipinti sulle ali due "occhi" per mettere in imbarazzo eventuali assalitori.
Si potrebbe concludere che la parola "MIRARE" sia molto più adatta al concetto di mira istintiva che a quello della "COLLIMAZIONE"... in fondo, il nostro è un progetto che la natura ha in ballo da qualche decina di milioni di anni, mentre quello della collimazione, si e no da poche centinaia di anni...
Ecco perchè chi mi chiede se si può tirare istintivo con un occhio chiuso mi fa un po ridere.
Approfondire veramente l'argomento della "MIRA ISTINTIVA" necessiterebbe di parecchie pagine ma se vi ha affascinati siete già sulla buona strada. Pensate a chi tira una boccia, una pallina da tennis, un pallone, la stecca da biliardo, i giocolieri, ecc, ecc e il resto verrà da sè.
Quello che vorrei concludere con questa chiaccherata (forse un po' troppo lunga) è l'inscindibile relazione tra un'attività del genere e il contesto in cui si pratica. Per capire, conoscere e godere di questa disciplina, bisogna praticarla in situazioni adatte. Non voglio dire che bisogna dichiarare guerra al condominio di fronte e nemmeno che dobbiamo dire addio al nostro macellaio, per fortuna ci sono I ROVING!!
A parte gli scherzi, tutti i malintesi nascono dal fatto che per anni molti arcieri si sono trovati nella condizione di subire il fascino del tiro istintivo ma di doverlo praticare nelle gare di "tiro a segno" dove non era affatto conveniente. Ecco allora i dubbi 'ma chi fa più punti sarà un vero istintivo??" o usa qualche tecnica illegale?? mi stanno imbrogliando??"
E' impossibile basare una filosofia sportiva su una LIMITAZIONE, nessuno puo sapere o controllare cosa un arciere pensa mentre tira; obbligare a rispettare la tecnica di tiro istintiva in competizioni di "tiro a segno" e' una cosa persa in partenza. Sarebbe come dire in una gara di bici creiamo la categoria di chi corre con i freni tirati e poi ci affanniamo a controllare chi non imbroglia.
La cosa fondamentale per la diffusione del tiro istintivo è l'esistenza di manifestazioni dove esso sia la migliore tecnica di mira possibile.
IL ROVING nasce in Italia nel 1958, ad Alzano Lombardo per la passione di Giusi Pesenti di cui ho l'onore di essere cugino e verso il quale ho una riconoscenza particolare avendomi insegnato a tirare in tenerissima età, ma che tutti considerano il padre spirituale del tiro istintivo in Italia.
L'idea di espandere il concetto a diverse gare in tutta Italia è nata nel 1997 ma sta incontrando un successo inarrestabile che io considero la prova di quanto ho sempre sostenuto sin da quando militavo nel consiglio direttivo della neonata FIARC: È necessario che ogni specialità abbia la competizione adatta, voler costringere tecniche diverse come il tiro istintivo e il compound sullo stesso terreno è destinato a provocare l'insoddisfazione di entrambe. Ciò non toglie che la federazione possa essere una sola, ma ogni specialità deve avere le regole più congeniali.
Il CIRCUITO DEI ROVING conta ormai su più di20 prove all'anno nelle quali i responsabili organizzatori si affannano a preparare situazioni "da tiro istintivo" tiri corti, bersagli mobili di ogni tipo, posizioni strane, tempi limitati ecc.
Invito tutti gli arcieri istintivi a partecipare a queste manifestazioni, fornendo il oro contributo sotto forma di consigli, critiche e suggerimenti, sia ai responsabili di ogni singola gara che al consiglio composto da tutti gli organizzatori di Roving che si e' reso responsabile di questa iniziativa. A questi raduni possono partecipare tutti, anche se non tesserati a nessuna federazione.
Ricordo che esiste un sito ufficiale in internet dove trovare informazioni, calendari e classifiche: www.roving.org e che ulteriori informazioni possono essere richieste presso il mio negozio ad Alzano Lombardo tel 035 515285.
Seguici