E' molto importante conoscere il proprio allungo al fine di poter immaginare quale potenza effettiva avrà un arco misurato ai classici 28" e per poter avere informazioni utili nel progettare le frecce ottimali. L'operazione è tanto utile quanto difficile, o almeno così sembrerebbe, a giudicare da quanti cadono in clamorosi errori nel valutare il proprio allungo.
Nella considerevole quantità di persone con cui sono venuto a parlare di faccende d'archi, il fatto che mi ha sempre più stupito è la tendenza a vantare un allungo "superiore". Un altissimo numero di arcieri è convinto di allungare 2 o 3 pollici più di quanto allunghi realmente.
Non è certo questa la sede per scomodare il dottor Freud cercando una spiegazione, vi basti sapere che la posizione tipica del TIRO ISTINTIVO causa allunghi inferiori a quelli considerati nelle tabelle AMO e relativi allo stile libero.
Personalmente sono alto 1,85 m. e sono convinto che il mio allungo, di 26" con il long bow e 27 e 1/2" con il ricurvo, non rappresenti un'handicap per le mie capacità arcieristiche.
Penso che la confusione a riguardo sia causata soprattutto dalla errata abitudine di misurare il proprio allungo tendendo un'arco senza tirare realmente la freccia o, addirittura, usando quegli appositi archetti con freccia graduata che si vedono in mano ad istruttori improvvisati.
La realtà è che l'allungo può, volontariamente, oscillare anche di 4 o 5 pollici, ma il solo allungo che ci interessa è quello che utilizzeremo nel tiro effettivo, non quello che ci piacerebbe avere.
Il miglior metodo per conoscere il nostro VERO allungo, è di chiedere a qualcuno di spiarci quando tiriamo spensieratamente, controllando di quanto sporge la freccia.
Concludo con una considerazione, spero, utile: un allungo "corto" consente, a parità di libbre effettive, di usare frecce più corte e leggere, mentre chi allunga molto è condannato ad usare freccie più pesanti che provocano traiettorie meno tese e conseguenti errori di alzo.
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