Dove indica la penna indice?
Tra i vari argomenti tecnici che ho approfondito, sul tiro con l'arco, questo è quello di cui sono più orgoglioso.
Quante volte ci siamo trovati di fronte a una di quelle cose che….. "si fa così!”… Perché? "perché tutti hanno sempre fatto così"…. A me è sempre suonata come una sfida. Andiamo a vedere se è davvero così…
Stiamo parlando di come la freccia si "incocca" sulla corda. Avendo solo tre penne, la loro posizione non può risultare simmetrica rispetto alla corda. Una resta a 90 gradi da una parte. Questa penna viene comunemente detta "penna indice" o, tempo fa, "penna del gallo". Ha, di solito, un colore diverso dalle altre due proprio per essere individuata a colpo d'occhio (io le ho sempre preferite tutte e tre dello stesso colore). Ci è sempre stato suggerito di tenere la penna indice dalla parte opposta dell'arco, cosicché le altre due restino piatte contro la finestra. Sarà proprio la scelta migliore?
La mia scoperta risale al 1991. Eravamo ad una delle bellissime gare organizzate dalla neonata Fiarc nella zona di Borgomanero in provincia di Novara. A gara finita l'euforia era rimasta altissima. Con i compagni di piazzola non siamo ancora stanchi di tirare (eravamo molto giovani… e allenatissimi e gli archi di oltre 50 libbre non rappresentavano un problema). Ci ritroviamo a sfidarci goliardicamente su un bersaglio in discesa particolarmente lungo. Dopo esserci accertati della totale sicurezza dell'operazione "post gara", comincia la raffica.
Esaurite le frecce rimaste sane nella mia faretra, non ancora sazio, decido di tirare anche l'ultima freccia a cui si era scollata una piuma e non posso fare a meno di notare che vola meglio delle altre… un caso? Uno sgancio particolarmente felice? L'amico Massimo Volontè (compagno di grandi sfide e buona amicizia) esclama: "Allora tolgo anche io una penna a tutte le mie frecce!!"
Naturalmente non mi accontento e riprovo. Sembra davvero che voli meglio.
Possibile che una freccia con l'handicap di mancare di qualcosa voli meglio delle altre? Due sole penne creano uno sbilanciamento nella "simmetria radiale" che sicuramente non può rappresentare un vantaggio. Al limite può essere quasi ininfluente ma di sicuro non un vantaggio. Quale sarà la spiegazione?
Noto che la penna mancante è quella inferiore, quella che dovrebbe andare a finire nell'angolo tra tappetino e appoggio laterale durante il passaggio. La soluzione più plausibile è che la mancanza del suo urto con l'arco rappresenti un vantaggio. Nessuna altra ipotesi sembra accettabile.
In più, la mancanza di questo urto rappresenta un vantaggio così grande da compensare ampiamente la mancanza di simmetria della freccia in volo.
Una volta a casa iniziano subito gli esperimenti: Una freccia impennata con solo due penne, una da una parte e una dall'altra, una con due sole penne a 90 gradi, una con 4 penne. Fino all'illuminazione! una freccia normalissima incoccata semplicemente al contrario! Vola benissimo!
Ma come è possibile? La penna indice si trova esattamente verso il riser e dovrebbe urtare contro l'appoggio laterale.
Allora mi viene in mente la storia del "paradosso dell'arciere": La freccia che per volare dritta si flette intorno all'arco allontanandosene.
Controllo meglio il mio arco, un glorioso Jimbow che in quegli anni era apprezzatissimo da molti, prima che il fabbricante del Colorado si ammalasse e smettesse la produzione.
Nella zona di passaggio della freccia, sul tappetino c’è una usura evidente ma non è dove ce la aspetteremmo, bensì circa 8mm più all'infuori (sulla sinistra per me che sono destro). Inoltre la penna inferiore di ogni freccia risulta particolarmente rovinata.
Ora è vero che le piume naturali sono estremamente morbide e si adattano al passaggio diminuendo l'effetto di qualsiasi urto ma sembrerebbe che un certo effetto negativo lo abbiano.
Ho realizzato questo disegno per meglio visualizzare questo fatto:
Ricordo addirittura che sul longbow con cui ho vinto i mondiali in Australia nel '95, la base finestra era così' stretta che la configurazione migliore delle penne era una "Y" dove la penna inferiore si allineava alla corda e le altre due restavano a "V" verso l'alto.
Da quel momento, questa scoperta ha influenzato la mia attrezzatura in questo modo: Prima cosa la freccia incoccata al contrario. E questo è abbastanza facile. Secondariamente, la base di appoggio sulla finestra del riser più stretta possibile. Come la ho disegnata sul mio PICCHIO e come ho convinto, a fatica, a modificarla alcuni dei miei artigiani di oltreoceano.
Se si possiede un arco che ha la base finestra più larga di 10 mm, la si può ridurre a colpi di lima, oppure, se non si vuole modificare l'arco, si può fare un tappetino di cuoio o altro materiale, spesso almeno 3-4mm che sia largo la misura sufficiente ad ospitare l'asta ma abbastanza stretto da non causare urto alla penna inferiore durante il passaggio.
Mi spiego meglio: Se usiamo una asta di 6mm di diametro, significa che essa appoggia sul tappetino a 3mm dal laterale. Quindi un tappetino largo 8-9mm è più che sufficiente per trattenerla prima dello sgancio. Considerando che la freccia passerà, con la sua zona penne, 8-10mm più all'infuori, ne consegue che il range della larghezza ottimale del nostro appoggio dovrà essere entro i 12mm per non costituire un'intralcio al passaggio della piuma inferiore.
Naturalmente per aste di diametro maggiore o elasticità della freccia non ottimali per il nostro arco, le misure possono variare.
Fare un esperimento pratico come quello che descrivo qui sarà semplicissimo per chi vuole dei dati certi sulla propria situazione.
Naturalmente con l'uso di un REST su cui appoggiare la freccia il discorso cambia ma questo non l'ho approfondito perché penso che l'appoggio della freccia sulla base della finestra, detto "a tappetino", sia la soluzione migliore per il tiro istintivo tradizionale. Da questo fatto ne consegue che, utilizzando l'arco inclinato, come si usa nel tiro istintivo, una base finestra e un tappetino ben disegnati rappresentano una soluzione tecnica perfetta per il tiro che non ha davvero niente da invidiare all'uso del rest, fosse anche il più tecnologico.
Per tutti questi anni ho consigliato questa soluzione a tutti gli amici durante le gare, i miei stages, i raduni, ecc. E' stata davvero una soddisfazione quando, nei raduni internazionali, ho sentito definire questo modo di incoccare la freccia "THE ITALIAN WAY" (alla maniera Italiana).
Di seguito le foto dell'esperimento con cui si possono verificare i dettagli pratici di questo argomento:
- Fig. 1. Ho incollato sulla base della finestra di un arco una striscia di cartoncino da disegno larga circa di 15mm.
- Fig. 2. Ho tinto il bordo della penna inferiore con un pennarello di vernice rossa.
- Fig. 3. Dopo aver tirato la freccia incoccata alla vecchia maniera risulta evidente dove la penna inferiore ha urtato il tappetino cartaceo, 10mm. all'esterno della zona dove avrebbe dovuto passare se la freccia non si spostasse all'esterno.
- Fig. 4. Ripeto un tiro con un PICCHIO che ha la base finestra stretta come da mio progetto e si vede che l'urto e' avvenuto 2 mm dopo l'inizio della scarpata (questo ancora con penna indice incoccata all'esterno, vecchia maniera)
- Fig. 5. Questo e' quanto succede, in pratica, al passaggio di una freccia incoccata alla vecchia maniera, con penna indice verso l'esterno dell'arco.
- Fig. 6. Questo quello che succede quando passa sul tappetino una freccia impennata come io consiglio (con penna indice verso l'arco)
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