IL PUNTO DI INCOCCO
Si definisce PUNTO DI INCOCCO la posizione ottimale della cocca sulla corda.
Per definirlo e contenere la cocca nella posizione ottimale (nel suo PUNTO, appunto…) vengono fissati sulla corda uno o due “indicatori” che sono comunemente detti PUNTI DI INCOCCO… ed eccoci al primo malinteso che ha causato non pochi fraintendimenti sui campi di gara di tutto il mondo.
Alcuni regolamenti sportivi citano che determinate categorie di tiro devono avere un UNICO PUNTO DI INCOCCO. A me pare evidente che si intenda dire che la cocca va posizionata sempre in un unico punto ma (sempre per mia interpretazione) questo unico punto possa essere identificato all’interno di due rigonfiamenti della corda, anche perché non sono mai riuscito a capire quale potesse essere la ragione di limitare l’uso di due marcatori per il punto di incocco.
Naturalmente la maggior parte degli arbitri la pensava diversamente e per anni gli arcieri che utilizzavano un LONGBOW nelle competizioni IFAA hanno dovuto barcamenarsi utilizzando un solo “segno” per identificare il proprio punto di incocco.
Ora, se possibile consiglio di utilizzare sempre due “indicatori” del punto di incocco ma se proprio è necessario assoggettarsi ad un regolamento che ne imponga uno solamente, consiglio di posizionarlo sotto la cocca e non sopra come comunemente si vede fare.
Il motivo sta nel fatto che sotto la cocca si posizionano due dita mentre sopra solamente una. Questo fa si che durante la trazione le due dita sotto la cocca restano ben salde al loro posto (e determinano l’apice dell’angolo della corda) mentre l’indice sopra la cocca tende ad abbassarsi andando a premere sulla cocca stessa. Il risultato è che la cocca viene sempre spinta verso il basso prima dello sgancio e se il suo unico appoggio è sopra, il risultato sarà che non sapremo mai dove si va a mettere la cocca nel momento magico dello sgancio.
Sperando che siate tra i fortunati che possono avvalersi di due marcatori del punto di incocco veniamo ad approfondire come determinare la posizione ottimale del PUNTO DI INCOCCO e come realizzare i marcatori che mantengano la cocca nel suo punto.
La posizione corretta del punto di incocco è leggermente sopra ai 90 gradi della freccia rispetto alla corda e questo è dovuto al fatto che il centro dell’arco è (circa) nella grip e non nel rest. Quindi la freccia si trova leggermente in alto e per riequilibrare il tutto serve un cocca leggermente più alta ma di quanto?
Purtroppo io non credo esistano test semplici ed efficaci che ci dicano se la cocca è troppo alta o troppo bassa. Quello che si può constatare è se la posizione sia giusta o sbagliata ma, se sbagliata in alto o in basso lo dovremo scoprire sperimentalmente a “tentoni”.
Una cocca fuori posto provoca un volo della freccia con sbandamenti verticali. La treccia ondeggia su e giù durante il volo che viene detto “a delfino”. Se vi è difficile notarlo mentre tirate chiedete a qualcuno di posizionarsi alle vostre spalle e di giudicare da li il volo della vostra freccia. Se non si notano sbandamenti verticali l’incocco è giusto nel caso contrario conviene provare ad alzarlo e abbassarlo leggermente (un millimetro alla volta è già significativo) fino a che si ottenga un volo lineare. se compaiono sbandamento orizzontali ( destra e sinistra) questi non dipendono dell’incocco ma dalla freccia sbagliata.
Consiglio di partire dalle indicazioni che ho rilevato con la mia esperienza diretta e che si rivelano giuste per la buona maggioranza delle situazioni come indicate nel mio disegno. L’area indicata rappresenta lo spazio da lasciare libero per la cocca.
Il disegno lo avevo fatto quando le cocce era solamente quelle ora usate solo per le frecce in legno. Per le cocce usate sulle frecce in carbonio, che sono più strette, naturalmente va considerata la posizione centrale.
Consiglio di lasciare sempre un po’ di spazio sopra e sotto la cocca perché nel momento dello sgancio la corda si trova parecchio inclinata rispetto alla cocca ed è meglio che i marcatori non stringano la cocca.
Per le ragioni già dette all’inizio, il marcatore significativo è quello inferiore perché la cocca si appoggerà sempre a quello.
Vediamo ora come realizzare questi marcatori del punto di incocco nella maniera migliore affinché non costituiscano il benché minimo svantaggio al tiro e non si muovano mai dalla loro posizione.
Io e i miei colleghi negozianti abbiamo sempre a catalogo dei PUNTI DI INCOCCO METALLICI che si dovrebbero stringere sulla corda con una pinza e hanno della gomma al loro interno per non danneggiarla. Ci tengo a dire che sono assolutamente da evitare se siete già anche un solo passo oltre il livello “club vacanze”. Tra i loro svantaggi (oltre al costo): Pesano, per quanto sembri poco la loro massa toglie energia, e quindi velocità, alla freccia ed aumenta le vibrazioni della corda. Possono danneggiare il guantino e, se fissati male, possono schizzare via facendo male a qualcuno.
Ho visto anche usare dei pezzetti di guaina termoretraente, di quella che serve a trattenere i cavi elettrici ma io non ho mai provato perché penso che il metodo che mi hanno insegnato quando ero bambino sia perfetto. ecco come consiglio di procedere:
Servono dei pezzetti di filo di Dacron. Il Fastflight non va così bene, molto meglio il Dacron. facilissimo reperire delle vecchie corde da buttare che saranno utilissime all’uopo. se avete dei dubbi che sia Fastflight fate questo semplice test: Provate a tagliarlo con delle forbici, se si taglia facilmente è Dacron se si fa difficoltà è Fastflight o simile. Meglio se di colore diverso dal serving della corda così da essere visibili.
Se il Dacron viene da una corda vecchia assicuratevi di togliere la cera facendolo scorrere contro il filo della forbice tenuto dal pollice (come si fa per fare arricciare i nastri dei pacchi regalo). Tra i miei articoli troverete in vendita del Filo di Dacron NON cerato e di colore vistoso, perfetto per questo scopo.
Dopo aver individuato il punto esatto con la squadretta posizionata come da disegno, mettete un po’ di colla per penne sul serving nell’area dove andrete a realizzare il nodo. Mi raccomando che sia del tipo “a solvente” e non usate mai della colla cianacrilata (tipo Attack) perché quest’ultima indurisce talmente da potersi scheggiare e tagliare i fili.
Fate un nodo semplice, con il filo di Dacron, nella posizione sopra la goccia di colla. Il filo deve essere abbastanza lungo da permettervi di impugnare i due lembi solidamente e di poterli tirare molto forte in modo che il nodo si stringa penetrando tra le spire del serving.
Non fate assolutamente un nodo doppio ma un nuovo nodo dalla parte opposta della corda facendo attenzione a spostarvi all’esterno del punto di incocco (in pratica il nuovo giro di filo deve posizionarsi all’esterno del giro precedente. In questo modo il fissaggio dei lembi risulterà non a contatto della cocca ma dalla parte opposta e subirà meno sollecitazioni).
Ripetete l’operazione ancora una volta, dalla parte opposta (quella del primo nodo). tre nodi in tutto, nodi semplici non raddoppiati, ognuno dalla parte opposta del precedente, sempre coinvolgendo un po’ di colla e sempre tirando i lembi più che potete.
Non cedete alla tentazione di raddoppiare l’ultimo nodo, questo farebbe comparire un “pallino” di filo che, a lungo andare, con la grande frizione del guantoni durante lo sgancio, finirebbe per disfare il lavoretto.
Tirate quindi bene anche l’ultimo nodo semplice e tagliate i fili eccedenti lasciando due lembi di 5 mm circa che andranno bruciati come micce per bloccare definitivamente il tutto. Quest’ultimo taglio deve essere fatto con forbici molto affilate (Come quelle apposite che vendo), In caso contrario la tensione dell’ultimo nodo verrebbe allentata dagli strattonamenti del taglio e questo peggiorerebbe la resistenza dell’avvolgimento. Anche per questo motivo il fastfly non va bene.
Fare più di tre nodi realizzerebbe un avvolgimento troppo grosso ed otterrebbe, paradossalmente, il risultato opposto alla sperata eternità del lavoretto perché, più grosso è l’avvolgimento e più lo sfregamento del guantino lo smonterà velocemente per il maggiore atrito.
Prima di incendiare le “micce” ripulite la colla in eccesso perché, essendo infiammabile, la colla creerebbe confusione nella operazione di saldatura finale che è molto importante. Se le due “micce” sono ben distanziate, sarebbe meglio incendiarne una alla volta per realizzare una saldatura perfetta. La fiamma va spenta al momento giusto (una grande maestria arriverà prima di quanto pensiate con l’allenamento). se troppo presto il filo restante risulta separato dal nodo e non lo blocca bene, se troppo tardi si rischia di bruciare anche parte del nodo. Nell’istante stesso che si spegne la fiammella con il dito (non temete non scotta molto, basta fare un gesto rapido e, al massimo, inumidire il dito) è necessario schiacciare il mozzicone contro il nodo nella sua direzione naturale in modo da saldarlo ottenendo un pallino completamente omogeneo.
stessa operazione su tutte e quattro i lembi dei due avvolgimenti (o i due del solo avvolgimento se non avete il permesso di farne due…).
Se effettuate l’intera operazione senza colla e magari senza tirare così tanto i lembi otterrete un punto di incocco mobile che è utilissimo se volete provare sperimentalmente a trovare il punto ottimale. Basta “avvitare” i due avvolgimenti sulle spire del serving per muoverli in su e in giù fino a trovare la posizione dove otteniamo il volo perfetto (ripeto che l’operazione riguarda solo gli sbandamenti sul piano verticale, quelli sul piano orizzontale hanno altre origini.
Naturalmente il punto di incocco ottimale viene influenzato dalla forma della base finestra dell’arco che viene a contatto dalla freccia e anche dal posizionamento della penna indice verso l’esterno dell’arco o verso l’interno come consiglio io (vedi mio articolo a riguardo).
Ultimo consiglio: Tenete controllato il punto di incocco, se si muove può peggiorare sensibilmente il tiro e tenete sempre una corda a portata di mano con il punto di incocco fissato e che abbiate già sperimentato a sufficienza così da poterla sostituire in tutta serenità in qualsiasi situazione.
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